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«So ist Florenz der Blumenstrauß an ihrem Herzen». Gli intellettuali ebrei tedeschi a Firenze tra il 1933 e il 1938

Avviato nel marzo del 2021, il progetto di ricerca «So ist Florenz der Blumenstrauß an ihrem Herzen» Gli intellettuali ebrei tedeschi a Firenze tra il 1933 e il 1938 opera una ricostruzione della rete culturale fiorentina dal 1933 al 1938, ovvero dall’arrivo di migranti dalla Germania all’introduzione delle Leggi Razziali. Come vuole sottolineare la citazione heiniana nel titolo, il fervore che di solito si associa alla culla del Rinascimento e che tanto attirò gli autori tedeschi nei due secoli precedenti viene qui inteso come metafora di accoglienza per intellettuali in fuga dal nazionalsocialismo. A partire dalla promulgazione delle prime leggi che li avrebbero allontanati dagli incarichi pubblici, infatti, un gran numero di ebrei tedeschi cercò riparo in Europa e trovò in Italia un approdo temporaneamente sicuro. Anche Firenze, già forte di una secolare presenza ebraica, fu interessata da questo fenomeno migratorio, la cui portata divenne significativa anche grazie alla costituzione di comitati di soccorso, promossi soprattutto dagli ebrei italiani. In questo contesto, anche il contributo di istituzioni culturali tedesche già operanti nel luogo, quali il Kunsthistorisches Institut in Florenz e Villa Romana, ad esempio, fu molto rilevante, nonostante il controllo esercitato su di esse dalla NSDAP.

Provenienti da diversi ambiti, quali letteratura, arte e filosofia, alcune delle personalità di spicco che transitarono a Firenze dedicarono le proprie energie anche alla formazione dei rifugiati in età scolare, fondando la scuola-convitto Landschulheim Florenz. Nelle varie sedi di Fiesole e successivamente di Firenze, si avvicendarono nel ruolo di docenti di questo istituto non solo letterati, ma anche scienziati, diplomatici, filosofi e pedagoghi.

Al consolidamento di tale crocevia di culture, lingue e arti contribuì, inoltre, anche l’attività di alcuni editori di origine ebraica, quali Leo Samuele Olschki e Kurt Wolff.

Stando ai rilevamenti sinora compiuti, il soggiorno a Firenze – in alcuni casi solo il breve passaggio – ha interessato autori quali Alice Berend, Franz Blei, Hilde Domin, Rudolf Borchardt, Walter Hasenclever, Lucy von Jacobi, Max Krell, Alfred Neumann, Arno Schirokauer, Georg Strauss e Karl Wolfskehl; quasi tutti di origine ebraica. Tenendo presente che la dispersione in Europa e nel mondo degli ebrei è uno degli aspetti cardine della Exilliteratur, questo lavoro può fornire strumenti di analisi anche in merito al dialogo ebraico-tedesco, partendo proprio dal controverso rapporto tra patria ed esuli.

Le ricerche qui delineate vogliono configurarsi anche come contributo agli studi interculturali, offrendo nuovi spunti di riflessione, sia attraverso la prospettiva europea dell’esilio in epoca nazista, sia nell’ottica dei rapporti culturali tra Italia e Germania.

Oltre alla ricostruzione storica del contesto e delle biografie degli intellettuali, è in corso un’indagine letteraria in senso più stretto, tramite cui ci si ripropone di esplorare gli esiti che caratterizzarono la produzione degli autori durante la fase di esilio. Avendo a che fare con fenomeni di dislocamento, si privilegiano approcci comparatistici, di studio della ricezione e di indagine basata sul Kulturtransfer.

Grazie alle visite presso l’Archivio Storico del Kunsthistorisches Institut in Florenz e presso l’Archivio Storico Comunale di Fiesole, la ricerca ha documentato il passaggio degli intellettuali-tedeschi in diversi modi. Inoltre, attraverso lo studio presso il Deutsches Literatur Archiv di Marbach am Neckar (Germania) si stanno indagando sempre più nuove forme di persistenza dell’attività letteraria durante l’esilio, anche nella breve fase italiana, i cui esiti verranno in parte inclusi in uno studio critico che includerà alcune di queste opere, appartenenti ad autori e generi diversi. Per quanto ci si possa imbattere in alcuni scrittori già noti al pubblico, emergono anche personalità tralasciate dal canone o ancora poco studiate. Si osserva, infatti, come alcune delle loro opere siano ancora inedite o prive di edizioni critiche, dunque meritevoli anche di una maggiore attenzione e diffusione per il pubblico italiano.

Il progetto sugli intellettuali ebrei-tedeschi in esilio a Firenze è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze attraverso il finanziamento con borsa Giovani Ricercatori Protagonisti 2020 e rientra nell’area tematica: Firenze intersezione tra letterature, arti, lingue, storia, filosofia e paesaggi dalle origini all'età contemporanea.

Ultimo aggiornamento

10.05.2022

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