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«Meine Brücke führt in beide Richtungen»: la scrittura di Alexander Langer per un ponte culturale tra Germania, Sud Tirolo e Italia, verso la Jugoslavia

«Meine Brücke führt in beide Richtungen»: la scrittura di Alexander Langer per un ponte culturale tra Germania, Sud Tirolo e Italia, verso la Jugoslavia in guerra è coordinato dalla Professoressa Rita Svandrlik. 

Campo di sviluppo di una importante sinergia venutasi a creare tra il Dipartimento FORLILPSI dell’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto Italiano di Studi Germanici (IISG), il progetto di ricerca si pone l’obiettivo principale di sviluppare la conoscenza scientifica su certi ambiti peculiari dell'intercultura italo-tedesca, dalle mai del tutto risolte questioni etno-culturali del Sud Tirolo ai rapporti italo-tedeschi nel secondo dopoguerra, procedendo verso una prospettiva maggiormente paneuropea.

Finanziata dall’IISG, la ricerca getterà luce a tale proposito sulla figura di Alexander Langer; ne osserverà l’azione e il pensiero, a poco più di venticinque anni dalla controversa scomparsa presso Pian dei Giullari, prendendo in esame non tanto le già conosciute prospettive dell’uomo politico e del pioniere dell’ambientalismo italiano, quanto l’altrettanto importante qualità di figura mediatrice tra la cultura tedesca di provenienza e quella italiana di formazione. Seguendone, attraverso un’analisi linguistica e tematica dei suoi scritti, l’itinerario di vita e di impegno politico-culturale dalla convivenza con il clima eversivo del Sud Tirolo postbellico a quello dell’Italia e della Germania post-sessantottine, dai contatti con il riformismo cattolico fiorentino a quelli con le avanguardie letterarie e la galassia extraparlamentare, l’attività di ricerca giungerà infine tra le vie di una Sarajevo sotto assedio e le fosse comuni di Srebrenica, nelle terre che ospitarono l’ultimo, grande e però non compiuto sforzo culturale e politico di Langer: il tentativo di pacificazione degli ormai secolari conflitti etnici nei Balcani, i quali provocarono una disgregazione della federazione jugoslava che il sudtirolese Langer, vedendovi un punto di svolta per l’intero continente al tramonto della Guerra Fredda, cercò in tutti i modi di impedire, non solo da paladino della “inter-culturalità” e in contrapposizione con le opinioni espresse in merito, ad esempio, da un altro intellettuale mitteleuropeo come Peter Handke, ma pure come sostenitore di una terza via rispetto al bipolarismo politico ed economico all’epoca imperante. Le opinioni di alcune note figure di intellettuali e politici suoi conoscenti faranno infine da contrappunto alle conclusioni dell’analisi, restituendo così ogni possibile aspetto della figura di un intellettuale poliedrico e prismatico, capace di interessarsi al destino dei propri luoghi d’infanzia come a quello dell’Europa tutta, di svariare dal concreto delle più attuali tematiche politiche e ambientali all’avanguardia artistica più ardita ed effimera.

L’organizzazione, con il supporto logistico e finanziario dell’IISG, di convegni e workshop completerà il programma di una ricerca che si pone l’obiettivo di produrre una monografia, alcuni contributi saggistici e un lemmario che permetta di analizzare più nel dettaglio le peculiari scelte lessicali e tematiche del fermamente bilingue Langer.

La ricerca mira pure alla valorizzazione dei fondi archivistici contenenti il vasto lascito langeriano, composto per lo più da materiale saggistico, giornalistico ed epistolare, ma pure da alcune interessanti sperimentazioni letterarie: un lavoro di inventario e rivalutazione dal particolare punto di vista proposto dal progetto di ricerca riguarderà ovviamente il materiale della Fondazione Alexander Langer / A. L. Stiftung di Bolzano, la quale ha già confermato il proprio interesse per i risultati di questo lavoro; tuttavia, l’opera di ricerca si interesserà anche alla documentazione disponibile presso l’Archivio provinciale della Provincia autonoma di Bolzano; l’Associazione culturale Testimonianze, l’Istituto di Studi per l’Alto Adige, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea e il Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze; l’Istituto di storia sociale, della Resistenza e dell’età contemporanea della Provincia di Pisa; l’Archiv Grünes Gedächtnis presso la Heinrich-Böll-Stiftung di Berlino; l’Archivio del Partito Radicale presso la Fondazione Magna Carta di Roma, nonché negli archivi della Federazione dei Verdi in Roma e Bolzano e di soggetti nazionali quali la Österreichische Nationalbibliothek e il Literaturhaus di Vienna, e la Staatsbibliothek – Preußischer Kulturbesitz di Berlino.

Ultimo aggiornamento

10.05.2022

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